La fiaba è una
narrazione di tradizione popolare, non molto lunga, con eventi impossibili, caratterizzati dalla magia, e personaggi fantastici: fate, orchi, giganti, draghi, ecc. Essa è diversa dalla favola, che
invece è molto breve, caratterizzata da
personaggi di tipo animale i cui comportamenti trasmettono sempre un
insegnamento morale.
Di solito si pensa che le
fiabe siano nate per divertire i bambini, ma
non è proprio così: esse erano narrate nell’antichità anche tra adulti, per
esempio durante lavori manuali o nelle serate intorno al focolare. Per migliaia
di anni le fiabe hanno rappresentato un tipico esempio di letteratura orale. In Europa già nel XIX secolo alcuni
scrittori si sono dedicati alla trascrizione di antichissime fiabe ascoltate
presso il popolo. Tra questi ricordiamo il francese Perrault, i tedeschi fratelli Grimm, e nel XX secolo anche l'italiano Italo Calvino. Altri scrittori invece hanno preferito
inventare nuove fiabe, come il danese Hans Christian Andersen,
famoso per la Sirenetta, l'italiano Collodi, autore di Pinocchio) e l'inglese Berrie, che
ha scritto Peter Pan.
La fiaba
presenta uno stile caratteristico. Usa il linguaggio dei narratori popolari, cioè
senza particolari qualità artistiche, in genere molto semplice: sono frequenti le
ripetizioni, come «Cammina, cammina...»,
«Cerca, cerca...», «Tanto, tanto tempo fa...», ecc. Ci sono frasi
caratteristiche per segnalare l’inizio e la fine della narrazione: «C'era una volta...», «... così vissero felici e contenti», inoltre sono
citate formule magiche e filastrocche. I personaggi,
l’epoca e i luoghi sono indicati genericamente e non sono descritti, si dice: “Un volta…”, “In un paese lontano lontano…”,
ma non si dice né dove né quando.
Nel 1946 lo studioso russo Vladimir Propp pubblicò Morfologia della fiaba. Le radici
storiche dei racconti di fate. In questa opera l’autore dimostrò che le
antiche fiabe presentano 8 personaggi e 31 situazioni ricorrenti. Inoltre mise
in relazione la formazione delle fiabe con le primitive cerimonie religiose,
rituali di iniziazione, che segnavano il passaggio dei ragazzi dall’infanzia
all’età adulta. Secondo lo studioso russo i racconti fiabeschi ricordano le
prove che gli adolescenti dovevano sostenere per dimostrare di saper affrontare
da soli le avversità e di essere pertanto maturi per iniziare a far parte della
comunità degli adulti.
Lo schema
generale di una fiaba, secondo Propp, è il seguente:
1.
Equilibrio iniziale (esordio)
2.
Rottura dell'equilibrio iniziale
3.
Peripezie dell'eroe
4.
Ristabilimento dell'equilibrio (conclusione).Sulle origini della fiaba di cappuccetto Rosso, cliccare qui:
http://ilfattostorico.com/2013/12/01/che-grandi-origini-che-hai-cappuccetto-rosso/
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