La pagina raccoglie esempi di libri antichi, famosi, rari, preziosi...
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Liber Linteus, conservato a Zagabria, in Croazia.
Esemplare unico al mondo di libro etrusco.
Il testo, di circa 1200 parole, è di argomento religioso.
Scritto su un rotolo di lino, si è conservato perchè,
giunto in Egitto nell'antichità, fu ritagliato in strisce
per fasciare una mummia con bende.
La parte superiore dell'incipit della prima edizione a stampa della "Divina Commedia" di Dante Alighieri. Stampata a Foligno (Umbria, Italia) l'11 aprile del 1472. |
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Il Codice Voynich
il libro più misterioso del mondo
(fonte: Paolo Cortesi, dal sito internet del CICAP)
Il Codice Voynich
il libro più misterioso del mondo
(fonte: Paolo Cortesi, dal sito internet del CICAP)
Il testo, la sua composizione e datazione.
Il manoscritto Voynich è un libro di di 204 pagine e comprende alcuni fogli ripiegati. Esso è fittamente coperto da una scrittura sconosciuta e non ancora decifrata. La datazione, incerta e controversa, si colloca tra XV e XVI secolo.
Sulla base delle numerose illustrazioni, il testo è stato suddiviso in alcune sezioni principali: botanica, comprendente disegni di piante non identificate; astrologica, con disegni di temi astrali, stelle e segni zodiacali; biologica, con donne nude generalmente immerse in tubi, pozzi o vasche; farmacologica, con disegni di vasi farmaceutici e radici di piante probabilmente medicinali. Le ultime pagine hanno l'aspetto di una rubrica o indice.
La storia del manoscritto
La storia di quello che venne definito "il libro più misterioso del mondo" inizia nel 1912, quando un mercante di libri antichi statunitense, Wilfred Voynich, lo acquista dalla scuola dei gesuiti di Villa Mondragone, presso Frascati. Da lui, il documento è comunemente noto come "Manoscritto Voynich".
La storia del manoscritto
La storia di quello che venne definito "il libro più misterioso del mondo" inizia nel 1912, quando un mercante di libri antichi statunitense, Wilfred Voynich, lo acquista dalla scuola dei gesuiti di Villa Mondragone, presso Frascati. Da lui, il documento è comunemente noto come "Manoscritto Voynich".
Incollata dietro ad una pagina, Voynich trovò una lettera di Johannes Marcus Marci (1595-1667), medico dell'imperatore Rodolfo II di Boemia, indirizzata al famoso poligrafo Athanasius Kircher in Roma, datata Praga 19 agosto 1665 (o 1666). In questa lettera Marci affermava che il libro gli era stato lasciato per testamento da un amico, di cui successive ricerche riveleranno l'identità: Georg Baresch, alchimista poco noto. Marci - continuava la lettera - mandava il libro a Kircher, massimo esperto di lingue a quel tempo, affinché lo decifrasse. La lettera specificava poi che il manoscritto era appartenuto all'imperatore Rodolfo, che l'aveva acquistato per 600 ducati e che riteneva fosse opera di Ruggero Bacone.
Un'altra informazione fu ottenuta per caso: durante un'ispezione fotografica si scorsero alcune righe tracciate sulla prima pagina e quasi cancellate dal tempo. Esaminate all'infrarosso, si rivelarono essere una firma di appartenenza: "Jacobi a Tepenece", ovvero Jacobus Horcicki (morto nel 1622), direttore del giardino botanico e del laboratorio alchemico di Rodolfo. Horcicki ricevette il titolo nobiliare "de Tepenecz" (in latino: a Tepenece) dopo il 1608.
Un'altra informazione fu ottenuta per caso: durante un'ispezione fotografica si scorsero alcune righe tracciate sulla prima pagina e quasi cancellate dal tempo. Esaminate all'infrarosso, si rivelarono essere una firma di appartenenza: "Jacobi a Tepenece", ovvero Jacobus Horcicki (morto nel 1622), direttore del giardino botanico e del laboratorio alchemico di Rodolfo. Horcicki ricevette il titolo nobiliare "de Tepenecz" (in latino: a Tepenece) dopo il 1608.
la "Macchina per svolgere i Papiri Ercolanesi inventata dal pad. ANTONIO PIAGGI delle scuole pie". |
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ROMA - Città del Vaticano, Cortile del Belvedere: ARCHIVUM SECRETUM VATICANUM
Nel 2008 iniziata la digitalizzazione. 85 chilometri di scaffalature, milioni di documenti (impossibile fare una stima), e più di 1200 indici. E' su questi indici
che il Vaticano "senza fretta" prosegue la digitalizzazione.
Pensate che uno di questi 1700 indici, il Garampi, è costituito da 125 grossi
volumi e da ben 800.000 schede.
Fonte: Libri Usati e Antichi. Valutazioni Storia Trucchi Curiosità (gruppo facebook)
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Quasi settanta anni per arrivare a destinazione, è l’incredibile viaggio di un cartolina di guerra spedita il 21 agosto del 1944 dal campo di concentramento di Auschwitz e indirizzata a Desenzano del Garda in provincia di Brescia. A spedirla era stato Cesare Brocchetti, un militare italiano durante la Seconda Guerra Mondiale, catturato dai tedeschi a Bolzano dopo l’8 settembre e internato prima a Dachau, poi a Buchenwald, ad Auschwitz ed infine nel campo di lavoro di Ravensbruck, a novanta chilometri a Nord di Berlino. La cartolina era stata spedita dall’uomo alla sua famiglia, che abitava appunto a Desenzano, per informare i genitori che la sua condizione era finalmente migliorata perché da prigioniero nel campo era diventato lavoratore. Nelle poche righe l’uomo rassicurava sul suo stato di salute, comunicava il suo nuovo indirizzo e invitava la madre e il padre a scrivergli al nuovo campo dove lo stavano portando. La cartolina però non arrivò mai a destinazione in quei convulsi momenti tragici della guerra anche se arrivò in Italia a Brescia, come riporta un timbro dell’ufficio postale datato 29 novembre 1944.
L’uomo fu poi liberato dalle truppe sovietiche nel febbraio del 1945, e dopo alcuni mesi in un ospedale da campo russo fece ritorno in Italia, ma neanche lui ha mai più rivisto quella cartolina essendo scomparso nel 1989. A ritrovare l’incredibile documento alcuni collezionisti di Comacchio, nel Ferrarese, che per puro caso conoscevano il figlio dell’autore della cartolina. La lettera così è stata consegnata alla moglie dell’uomo che l’ha letta tra la commozione in occasione del suo 88esimo compleanno. «È stata una grande emozione quando mi ha consegnato questo documento storico e ancora di più per mia mamma Mara, che sta per compiere 88 anni” ha spiegato infatti il figlio di Cesare, Attilio Brocchetti.
fonte: http://www.fanpage.it/la-cartolina-spedita-da-auschwitz-a-desenzano-e-recuperata-70-anni-dopo/#ixzz2yxyjKDwc http://www.fanpage.it
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